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al testo proposto da Angelo Naclerio
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Con il cuore verso Oriente, da : Poema lirico di Nina Berberova, 1924-1926, parte 4.
Non è forse così tranquillo il volo giambico dell'anima perchè intorno a lei il mondo è disarmonico, da secoli, da anni? Si, è dolce il corso delle contraddizioni, e l'anima porta con sè le proprie convinzioni nei giorni sordi, come semplici candele nel buio. Porta nel buio pesto della devastazione terrestre un segno del passato restituito, un segno dell'anima divina. E il sogno che sogna in una qualche spensierata grande città non le pare un sogno ozioso, ma una rivelazione senza tempo. E le è dolce allora confondere nella sua beata perspicacia con cose misere, vane, spregevoli l'incrollabile bontà divina. Non è forse per questo che sogno, attraverso il vacillante corso dei secoli, non è forse per questo che ho potuto dimenticare il millenovecentoventi, non è forse per questo che ora non mi serve una casa lontana, un tetto dimenticato, una rustica cena russa tra le nevi che si fanno scure perchè non in sogno, ma in veglia io chiamo paradiso la mia patria?
Prendo il volo di tarda ora, quando rimbomba la città chiassosa, e il bourgeois benpensante accende il gas sotto la minestra, quando annegano nell'asfalto i lustrini di innumerevoli lampioni, e da queste piazze furiose e da questi crocevia furiosi s'invola il gemito degli uomini e resta sospeso nelle stelle.
Lo dico: non sono in esilio, non cerco strade terrestri, non sono in esilio, sono in missione, mi è facile vivere tra la gente. E la mia vita - quasi semplice - è una vita doppia, e morendo in una grande città tornerò nella mia antica Casa, alle cui porte talora mi stringo, come prima della tempesta si stringe al ramo la foglia, forse, per salvarsi, per sopravvivere.
Come non pensare alle vite in Ucraina nel ripetersi della storia nuovamente spente o scacciate. E come con gli ultimi due versi non ricordare Ungaretti..
Tratto da Nina Berberova, Antologia Personale, Poesie 1921-1933. Passigli Poesia. A cura di Maurizia Calusio.
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